Impara l'arte

Dopo il difficile anno vissuto con lo scoppiare di una pandemia globale, che ci ha preso tutti di sorpresa, da un giorno all'altro, mentre occupavamo le nostre giornate a fare piani per un futuro alla ricerca di avventura e felicità abbiamo deciso di dedicare queste righe - a modo nostro - alle realtà imprenditoriali italiane, che più di tutti si sono ritrovate senza certezze ma soprattuto senza poter condividere l'amore per quello che facevano con il resto del mondo. Questo progetto fotografico vuole essere un augurio per una ripartenza che preferisca la qualità, il contatto diretto con l'estro e l'esperienza di tutti quegli artigiani, maestri e baluardi di quella fama ed ammirazione con cui orgogliosamente risuona il marchio Made In Italy. Ripartire facendo tesoro di una nuova consapevolezza che non deve mai sbiadirsi. Per farlo siamo partite dalla nostra città: dove abbiamo avuto modo di vivere in prima persona la triste malinconia di vedere attività storiche con le saracinesche abbassate. La nostra scelta è ricaduta sul ghetto ebraico: consideriamo il portico d'Ottavia un monumento emblematico della città di Roma così come il Colosseo o la fontana di Trevi, con l'aggiunta di essere un luogo portatore di un'eredità storica importantissima. In questa zona sentiamo di più il legame con il valore che ha il portare avanti le tradizioni ed il sostenere l'artigianato, che in questo quartiere si manifesta soprattutto nell'arte culinaria ma è un concetto che si estende a molti altri tipi di mestieri: storie di persone, che hanno fatto del loro lavoro la loro manifestazione artistica e di amore. Un grazie al lanificio Fratelli Tallia di Delfino che da anni porta avanti la qualità dell'arte sartoriale italiana per i meravigliosi cappotti e alla famiglia di Gigetto al Portico d'Ottavia che, con esuberante entusiasmo, ha condiviso con noi momenti di quella mattina romana, con il sorriso, nonostante tutto.

 

Portico d'ottavia  ragazze che camminano

gigetto  mazzo di carciofi

gigetto al portico d'ottavia

Foto: Chiara Filippi @filippi.ch